
I soldi non puzzano. Si proprio così, questa era la frase espressa dagli Antichi Romani per descrivere il potere affascinante di qualcosa di intrinseco: La moneta.
Inizialmente usata semplicemente come mezzo per dare un giusto equilibrio di scambio tra merci, l’ingordigia, l’avarizia, e la presunzione che più se ne possedeva, e più si avevano prestigio e onorificenze, questi concetti non sono mai spariti, anzi al giorno d’oggi sono più vivi che mai.
Cioè, come è possibile che più di 2000 anni dopo la fine dell’Impero romano si parli ancora oggi del fascino del possedere tanta moneta, e quindi soldi, e del potere che ne deriva, che oggi non solo è tramutato in beni fisici (come gli antichi romani), ma oggi assume forme più “sottili” di potere su base filantropica o di ambientalismo, ma la sostanza rimane invariata.
La cosa che mi sconvolge di più è che l’uomo sia passato che attuale, non ricorda degli errori e dolori passati a causa del troppo avere. Se mentre prima nell’antichità erano poche famiglie di nobili “patrizi” ha gestire la ricchezza dell’Impero, oggi analogamente, qui in Europa la ricchezza come in una forma imperialistica, viene gestita ed elargita da un potere di “oligarchi” sparsi per il mondo che decidono quali siano le decisioni cruciali per l’umanità (ed anche quelle più remunerative per loro).
Ci sarebbero da dire e raccontare migliaia di storie, aneddoti e fatti, ma in realtà non voglio lasciare il lettore/ice con la noia di chi si è già informato, ma bensì la voglia, la curiosità di stimolare e capire chi davvero comanda questo mondo.