
Da tempo immemore, l’uomo ha associato a suoni, trasformati in strumenti che emettono delle frequenze diverse che risuonano come benefiche.
E’ questo il caso della musica, ossia un insieme di suoni e frequenze che risuonano nel nostro orecchio e nel nostro cervello (in particolare è concentrata nell’ipotalamo), zona celebrale molto all’interno, ma che si mette in moto soprattutto quando riceve stimoli esterni.
Dai tempi degli antichi romani e dei greci, con la lira, passando per le tribù africane attuali che si utilizzano il bongo, la musica rappresenta anche un’insieme di popoli, e quindi di culture diverse.
Con l’avvento della digitalizzazione molto di quel culto nel mondo occidentale si è perso, lasciando spazio alla abitudine del “contenuto scaricabile” in diversi formati e diverse qualità.
Un prodotto digitalmente parlando eccezionale, perfetto, pulito, ma freddo, che solo in parte oggi ha colmato i vuoti delle persone, che trovano in un paio di cuffie e uno streaming audio un’attimo di solitudine dove staccarsi dalla follia di questo mondo.
Ma ritornando a noi, la musica, pardon, gli strumenti musicali, vengono molto spesso usati come veri e propri strumenti terapici benefici, soprattutto nell’ambito del lavoro psico sonoro, in quanto quando per esempio si lavora in gruppi di persone diversamente abili, si studia e si fa usare ad ognuno di loro uno strumento, stimolando la loro attenzione.
Sono innumerevoli gli studi scientifici che annotano che l’utilizzo della “musicoterapia ” migliora notevolmente i processi logici di ansia, depressione, stress, autismo, demenza senile, danni celebrali permanenti.
Poco tempo fa scoprì gli effetti rilassanti della musica a 432 e 528 Hz, che abbinata ad un relax generale del corpo, mi allieta e non di poco il sonno.
Non saprei dirvi con certezza scientifica se tale musica davvero porta dei benefici anche al livello di riparazione cellulare del DNA, o se c’è una “correlazione” tra le due cose, ma posso testimoniare che effettivamente a me rilassa.
Ma quindi tu consigli di provare almeno una volta la musicoterapia?
Certo che si, ovviamente prima bisogna focalizzarsi sul “focus” di quale tipo di musica si vuole scegliere e valutare se abbiamo bisogno di una scarica di adrenalina, o una dose di relax.